Stile e performance s’incontrano: guida alle cappe da cucina
Aspirante o filtrante, incassata o a vista, in stile moderno oppure vintage: tante sono le variabili in cui la cappa da cucina è declinata. Ma su una cosa non ci sono dubbi: parliamo di un elettrodomestico da associare necessariamente al piano cottura. Una cucina senza cappa, infatti, può rappresentare un pericolo per chi la utilizza, motivo per cui la coesistenza dei due elementi è obbligatoria per legge. In questa guida, approfondiamo le principali caratteristiche della cappa, così da offrire a tutti le informazioni necessarie per scegliere il prodotto giusto.
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Indice
Come scegliere la cappa da cucina
Quanto costa una cappa da cucina?
Il ruolo della cappa da cucina
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Come scegliere la cappa da cucina
Ecco raccolte alcune considerazioni base che ci aiutano in fase di acquisto:
Conformazione della cucina – L’organizzazione dello spazio in cucina spesso ci vincola alla scelta di una specifica tipologia di cappa. Se sopra al piano cottura abbiamo un mobile con sportelli, ad esempio, sarà inevitabile optare per una cappa da incasso. In un ambiente più ampio e arioso, però, è meno complicato inserire una cappa a vista, sia agganciata alla parete che al soffitto o, magari, appesa. Nel caso in cui, infine, sia presente spazio a sufficienza sul fondo del piano, la soluzione ideale è una cappa a scomparsa di tipo downdraft.
Dimensioni e tipo funzionamento – Anche le misure della cappa dipendono da quelle della cucina e del piano cottura, partendo da 60 cm in larghezza per arrivare a 120, passando per il formato da 90 cm. Il tipo di funzionamento, invece, si lega a doppia mandata alla collocazione della cappa. In prossimità di una parete esterna, infatti, potremo posizionare anche una cappa aspirante che convogli fumi e odori verso l’esterno. Al contrario, la scelta ricadrà su una cappa filtrante, ovvero capace di pulire l’aria dalle sostanze nocive per poi reimmetterla nello stesso ambiente.
Potenza aspirante – Fra le specifiche tecniche della cappa, la potenza aspirante è la più importante. Misurabile in m3/h, dovrebbe permettere alla cappa di ricambiare l’aria in cucina almeno otto volte all’ora. Per un ambiente di 15 m2 (o 40 m3), ad esempio, la capacità aspirante minima consigliata è pari a 320 m3/h. All’aumentare della potenza, però, salgono anche i consumi energetici e la rumorosità.
Design – Fattore cruciale per tutti i modelli a vista, l’estetica della cappa è declinata attraverso numerose varianti. Ai classici modelli color acciaio, si affiancano cappe di design bianche, nere o color crema. Ma non mancano eleganti modelli a imbuto o suggestive cappe da soffitto, anche appese. La scelta si lega al gusto personale ma anche allo stile della cucina.
Quanto costa una cappa da cucina?

Per chi abbia un budget limitato, l'acquisto della cappa da cucina online potrebbe riservare sorprese interessanti. Infatti, controllando le offerte disponibili sul web, è possibile scovare occasioni decisamente allettanti, che ci permettano di portare a casa cappe da cucina base anche con meno di 50 euro. Parliamo di modelli semplici, privi di fronzoli e provvisti delle sole funzioni davvero imprescindibili. Alzando l'asticella qualitativa, vedremo che anche il prezzo si regola di conseguenza. E le cappe per cucina di fascia media assicurano una maggiore efficienza energetica, ovvero prestazioni ottimali con consumi contenuti. Al top della categoria, si posizionano quei modelli provvisti di funzionalità smart, controlli touch e sofisticati sistemi di rilevamento delle perdite di gas e fumi. Senza contare quanto pesi in termini di prezzo finale la scelta di un modello dal design moderno e particolarmente ricercato. Per soddisfare le esigenze di tutte le tipologie di clienti, abbiamo preparato una selezione delle migliori cappe da cucina suddivise per fasce di prezzo, privilegiando alle cappe filtranti i modelli con aspirazione perché tendenzialmente più efficaci e puliti. Sotto i 200 euro, parliamo di prodotti economici mentre, da 200 a 400 euro, di modelli di fascia media. Oltre tale soglia si entra nella fascia alta, terreno delle cappe premium.
(Dati aggiornati a gennaio 2025 e soggetti a variazione nel tempo)
(Dati aggiornati a gennaio 2025 e soggetti a variazione nel tempo)
Fascia economica (entro 100 euro)
Molto affidabili a dispetto del prezzo contenuto, le cappe da cucina di fascia economica sono essenziali e robuste. Al di sotto dei 100 euro, è la concretezza a farla da padrona, come nel caso della Faber 152, una delle cappe da incasso più celebri del marchio di Fabriano. Disponibile nei formati da 60 e 90 cm, è un modello sottopensile compatto che richiede poco sforzo in fase di installazione. Fra le cappe da incasso più interessanti per rapporto qualità-prezzo, poi, ecco spuntare la Smeg KSGE, un prodotto altrettanto semplice da collocare nel mobile sopra il piano cottura. Cappa aspirante con capacità di 224 m3/h, si adatta bene alle piccole cucine, mettendo in campo un design minimal e consumi contenuti. Poco rumorosa, offre anche una potente illuminazione. Superata la soglia dei 100 euro, non è raro incontrare cappe a parete dall’estetica più ricercata. Pensiamo, ad esempio, alla Faber Value, un classico modello a imbuto capovolto proposto in bianco, nero e acciaio. E nelle misure da 60 e 90 cm. Decisamente più performante delle precedenti, raggiunge la ragguardevole capacità aspirante di 430 m3/h. Il tutto senza mai superare i 65 dB di rumorosità. Concludiamo con un prodotto decisamente anticonvenzionale, presentando la Elica Sheen-S, una cappa aspirante di classe A con piano frontale inclinato in vetro e acciaio e controlli touch. Pregevolmente futuristica, illumina il piano a dovere e sfodera 650 m3/h di potenza aspirante.
Fascia media (da 200 a 400 euro)
Il passaggio dalla fascia economica alla fascia media porta con sé inevitabili upgrade estetici e prestazionali. Si parte con i modelli a libera installazione dall’impatto visivo più convincente, fra cui la cappa a parete Faber Tender. Con una riuscita combinazione di angoli e curve, nobilita la cucina, offrendo anche un’adeguata illuminazione al piano cottura. Cappa aspirante da 400 m3/h, è declinata nei formati da 40, 60 e 120 cm. Ancora più ricercata nel design, Elica Aplomb porta la capacità aspirante massima a 680 m3/h. E si veste di uno stiloso pannello frontale lucido in colorazione bianca oppure nera. Capace di aspirare i fumi da tre lati grazie al sistema Multi-d Capture, non si fa mancare una modalità intensiva in aggiunta alle tre velocità standard. Sempre da Elica arriva una cappa sottopensile a integrazione totale di eccellente qualità. Proposta in nero, bianco e acciaio, Elica Lane colpisce per armonia estetica e forza del sistema di illuminazione con strip LED da 7 W. Piuttosto parca nei consumi, sfodera un massimo di 650 m3/h di potenza aspirante. In ultimo ma non per importanza, Falmec Virgola Evolution è una delle più apprezzate cappe da incasso dell’azienda veneta. Lineare nell’estetica ed essenziale nelle funzioni, brilla nelle performance, facendo registrare anche una contenuta rumorosità. Modello aspirante con motore potente, integra un sistema di illuminazione con calore della luce dimmerabile.
Fascia alta (oltre 400 euro)
Superata la soglia dei 400 euro, il balzo di qualità si fa subito evidente. La fascia alta, infatti, racchiude cappe aspiranti da cucina al top per potenza e design. Partiamo col piede giusto presentando Elica Rules, un modello a vista dalle forme squadrate in colorazione total-black. Realizzata con larghezza da 60, 90 o 120 cm, aspira con efficacia fino a 700 m3/h, non eccedendo mai i 58 dB. I comandi touch, poi, le conferiscono un DNA moderno e tecnologico, mentre l’illuminazione LED da 7 W perfeziona la visione del piano cottura. Sempre a libera installazione, la Faber Beat si fa notare per il peculiare posizionamento. Parliamo, infatti, di una cappa da soffitto, sospesa e agganciata in alto a mo’ di lampadario. Abbinabile con successo a un piano cottura a isola, è proposta nelle colorazioni nero, bianco, blu e grigio. E sfodera 720 m3/h di capacità filtrante. Proseguiamo il nostro viaggio all’insegna dell’eccellenza con la Falmec Lumen, una cappa a parete dall’estetica tradizionale con prestazioni superiori alla media. La potenza aspirante, infatti, tocca quota 800 m3/h mentre la lampada al neon da 28 W produce un’esplosione di luce sui fornelli. Chiudiamo degnamente la nostra selezione con Elica Pandora, una cappa filtrante downdraft da installare all’altezza del piano. Modello a scomparsa di ultima generazione, emerge solo quando è in funzione, ottimizzando spazi e ingombri. Impreziosita da un design fine e contemporaneo, misura 90 cm e raggiunge una potenza massima di estrazione di 680 m3/h.
Il ruolo della cappa da cucina

Con l’entrata in vigore della legge 46/90 (poi sostituita dal DM 37/08, in seguito aggiornato dal DM 192/22), le cappe da cucina sono considerate obbligatorie ovunque ci sia un piano cottura. Tale normativa si fa particolarmente necessaria nelle cucine professionali dei ristoranti, laddove l'uso prolungato dei fornelli può risultare nocivo per la salute, per via della produzione di vapori carichi di grassi e odori sgradevoli. Per quanto in misura inferiore, vale lo stesso ragionamento anche fra le quattro mura domestiche, ambiente in cui la cappa da cucina svolge un ruolo chiave, ripulendo l'aria dai cattivi odori e dalle sostanze grasse volatili provenienti dai cibi. Ma non solo: la cappa limita anche la pericolosità dei fumi di cottura che, specialmente nel caso delle carni, risultano dannosi per la salute se respirati a lungo. Provviste sempre di lampade a fluorescenza o a led, le cappe per cucina hanno anche il compito di illuminare il piano cottura e i piani adiacenti. Data l'importanza di tale elettrodomestico, è fondamentale che venga installato a dovere. Pertanto, sempre per legge, solo un tecnico specializzato può farsi carico del lavoro. E questo per garantire il corretto funzionamento dell'impianto e preservare la nostra salute.
Struttura della cappa e tipologie principali
Una cappa da cucina consta di pochi elementi, il più importante dei quali è il motore elettrico che ha lo scopo di aspirare fumi e vapori provenienti dal piano cottura e la cui potenza dovrebbe essere commisurata alla metratura della stanza. Costruite di solito in acciaio, le cappe da cucina prevedono, poi, una griglia attraverso la quale passa l'aria e uno o più filtri, progettati per ripulirla dalle sostanze grasse e dannose. Il sistema con cui i fumi sono espulsi, infine, va a distinguere le cappe aspiranti dalle filtranti. Ma alcuni modelli sono progettati per lavorare in entrambe le modalità.
Cappe aspiranti
Largamente diffuse nei ristoranti, le cappe aspiranti sono le migliori a livello funzionale dato che espellono i fumi al di fuori della cucina. Come previsto per una stufa o per la caldaia, infatti, devono essere dotate di canna fumaria esclusiva, dedicata unicamente a convogliare i vapori della cottura all’esterno. A livello di installazione, questi modelli creano qualche difficoltà in più, perché il tubo va posizionato appena sopra la cappa e portato fino alla parete. In più, si rende necessario realizzare un buco nel muro attraverso il quale espellere i fumi. Proprio per questo, la scelta della cappa aspirante vincola il posizionamento del piano cottura in prossimità di una parete esterna. Per quel che riguarda i filtri, la canna aspirante è in genere provvista solo del sistema antigrasso. Gli odori sgradevoli, invece, sono eliminati tramite la canna fumaria.
Cappe filtranti
Presenti nella maggior parte delle abitazioni, le cappe filtranti offrono un vantaggio notevole in fase d'installazione. L'assenza della canna fumaria, prerogativa di tale tipologia, non lega il piano cottura a una posizione precisa, fattore che assicura molta più libertà in fase di progettazione della cucina. Il risvolto della medaglia, però, è una minore capacità di pulire l'aria rispetto ai modelli aspiranti. Al posto dell'espulsione dei fumi, il funzionamento delle cappe filtranti si basa sul ricircolo dell'aria. Quest'ultima, in pratica, viene aspirata, filtrata più volte e rimessa in circolo nello stesso ambiente dopo essere stata pulita. Non potendo spingere fuori l'aria, tali modelli richiedono una maggiore capacità filtrante, conseguibile attraverso un filtro secondario. Per questo, oltre a quello antigrasso, presente anche nelle cappe aspiranti, ne montano uno antiodore. Mentre il primo è realizzato, di solito, in metallo o materiali sintetici, il secondo, quasi sempre di forma circolare, sfrutta i carboni attivi per catturare gli odori.
Dimensioni e posizionamento della cappa
Per risultare a norma di legge, le cappe da cucina devono misurare da 60 cm a 120 cm in larghezza. E non possono risultare più corte del piano cottura, obbligo dettato dalla necessità di aspirare efficacemente i fumi provenienti dal basso. Inoltre, la distanza fra fornelli e cappa da cucina deve restare compresa fra 65 e 90 cm. A livello di posizionamento, invece, molto comuni sono i modelli che si montano appena sotto i pensili della cucina. Ma non mancano cappe da incasso da inserire direttamente all'interno del mobile. Fra le cappe a scomparsa, poi, meritano una menzione speciale le cosiddette downdraft, modelli che restano nascosti quando non in funzione per poi emergere dal piano cottura in fase di utilizzo. Ancora più evoluti, i piani cottura con cappa integrata sono la soluzione più discreta a livello di montaggio. Per chi, invece, desideri una cappa a vista, il mercato offre un'ampia scelta di modelli differenziati per forma e materiali costruttivi. Le cappe a imbuto capovolto sono le più diffuse, rappresentando anche un elegante elemento d'arredo. Se questi speciali modelli si fissano alla parete in verticale, ve ne sono anche altri che si possono ancorare più in alto. Parliamo, nello specifico, delle cappe a soffitto per isola o penisola, da posizionare anche al centro della cucina o degli analoghi modelli sospesi.
Misurare la qualità di una cappa
La qualità di una cappa da cucina è direttamente proporzionale alla capacità di aspirare ed espellere i fumi nel modo più efficace ed efficiente possibile. Posto che le differenze fra cappe aspiranti e filtranti sono considerevoli, affronteremo l'argomento per linee generali, fatta eccezione per il discorso sulla pressione che riguarda solo la prima categoria di prodotti. Ecco di seguito le tre variabili che entrano in gioco.
Potenza
Si esprime in Watt ed è indice del consumo energetico. Ma c'è differenza fra potenza nominale ed energia consumata. La prima, infatti, traduce numericamente l'utilizzo di risorse elettriche della cappa in tempo reale. E tale valore si mantiene costante dal momento dell'accensione fino allo spegnimento. In media, la potenza di una cappa standard si assesta intorno ai 150 W ma modelli particolarmente performanti possono arrivare anche a 300. L'energia, invece, si misura in Wh (wattora) o kWh (chilowattora) e ci mostra l'entità del consumo su base oraria. Dei due valori, solo il secondo appare nell'etichetta energetica delle cappe da cucina, però su base annua. E chiaramente, più è basso, maggiore sarà l'efficienza.
Potenza di aspirazione
Le cose cambiano quando parliamo di potenza (o capacità) aspirante. In questo caso, infatti, il valore sta a indicare la quantità d'aria che le cappe per cucina riescono ad aspirare ed espellere in un'ora. L'unità di misura è il metro cubo orario (m3/h) e un buon valore non è mai inferiore a 300. È buona abitudine, infatti, che la quantità oraria d'aria assorbita sia pari ad almeno otto volte il volume della stanza. Per fare un esempio pratico, prendiamo in considerazione una cucina di 15 m2, il cui volume corrisponde a 40 m3 circa. In questo caso, con una cappa da 400 m3/h, tutta l'aria presente verrà aspirata ed espulsa ben dieci volte.
Pressione
Questo dato è previsto solo per le cappe aspiranti e misura la forza con cui i fumi vengono spinti lungo la canna fumaria verso l'esterno. Più elevato sarà tale valore e migliore sarà il comportamento dell'elettrodomestico. Misurabile in Pascal (Pa), l’indice della pressione tende ad abbassarsi qualora il percorso della cappa risulti particolarmente lungo e tortuoso.
Leggere l'etichetta energetica
È solo dal primo gennaio 2015 che l'etichetta energetica è obbligatoria anche per le cappe da cucina. Strumento fondamentale per capire come funzioni il prodotto e quanto sia energivoro, l’energy label raccoglie tante informazioni che è bene conoscere per poter scegliere consapevolmente. Il dato più in evidenza è la classe energetica che ci mostra a colpo d'occhio il livello d'efficienza di ogni cappa da cucina. Procedendo dalla classe D fino alla A+++, avremo prodotti sempre migliori e, ovviamente, più costosi. A tradurre numericamente la classe energetica, ci pensa un altro indicatore presente sull'etichetta: il consumo energetico su base annuale. Espresso in kWh, un valore intorno a 50 rappresenta un buon compromesso fra prestazioni e risparmio energetico. Proseguendo con la lettura, in basso a sinistra troviamo un pittogramma a forma di elica che simboleggia la classe di efficienza fluidodinamica. Sintesi fra potenza, pressione e capacità aspirante di una cappa, è espressa da lettere comprese fra G e A. In modo del tutto analogo vengono mostrati i consumi della lampada integrata e la capacità di filtraggio dei grassi. La rumorosità della cappa, invece, si misura in decibel (dB).
La variabile rumorosità
Il funzionamento delle cappe da cucina produce dell’inevitabile rumore poiché il cuore pulsante dell’elettrodomestico è un motore dotato di ventola aspirante. Proprio per controllare questa variabile, è presente sull'etichetta energetica una voce apposita, contraddistinta dal simbolo di un altoparlante. Il valore che leggeremo appena sotto è espresso in dB e ci indica il livello acustico raggiunto dalla cappa al massimo della potenza, ovvero lavorando al terzo livello di velocità. I modelli più evoluti fanno registrare emissioni acustiche record, anche al di sotto dei 50 dB. Ma la media dei prodotti in commercio si assesta fra 50 e 80 dB. Oltre tale soglia possiamo parlare di cappa rumorosa, con volumi che eccedono quelli di un televisore acceso e rendono una conversazione difficoltosa. Per ridurre drasticamente la rumorosità dell'elettrodomestico si può ricorrere ad una soluzione radicale: montare un motore esterno per cappe da cucina. Appeso a una parete o installato su un balcone, offre gli stessi vantaggi, in termini di rumorosità, di un climatizzatore.
Design e materiali costruttivi
Una cappa da cucina a scomparsa si mostra nella sua interezza solo aprendo gli sportelli del mobile in cui è inserita mentre le cappe downdraft spariscono completamente nel piano quando non utilizzate. Un modello a vista, invece, si posiziona immediatamente sotto il mobile oppure occupa per intero la parete. In tal caso, la componente estetica assume un valore fondamentale e la cappa da cucina si fa anche elemento d'arredo. Ci riferiamo, in modo particolare, ai modelli a imbuto rovesciato o a quelli dotati di superficie rettangolare inclinata. Eleganti e solide, queste cappe da cucina sono realizzate con materiali di qualità, pregevoli anche nel design. E non parliamo solo di acciaio inox ma anche di vetro temperato e ferro laccato. Esteticamente molto accattivanti sono anche le cappe a soffitto pensate per cucine con piano cottura su isola o penisola. Posizionate a distanza dalle pareti esterne, sono agganciate al soffitto o incassate nel controsoffitto. Queste cappe per cucina possono mostrarsi completamente piatte o a forma di fungo rovesciato. Ma non mancano modelli tondeggianti, assicurati al soffitto con cavi d'acciaio. Bianche, nere o color metallo: parliamo di cappe dal prezzo nettamente superiore alla media.
Controlli e funzioni smart
Le cappe da cucina standard, da incasso o a vista, prevedono controlli analogici molto semplici. Tramite una levetta o dei tasti, possiamo avviare il motore e regolarlo su una delle velocità disponibili. Un altro comando, invece, ci permette di accendere la luce. Questi controlli base, talvolta in variante touch, sono disponibili anche sui modelli più avanzati che, però, sono corredati da interessanti features aggiuntive. Pensiamo alle cappe per cucina dotate di timer con cui programmare l'accensione e lo spegnimento e di una spia che si accende quando il filtro è da pulire. Per non parlare del booster, un ulteriore incremento di potenza da sfruttare nel caso in cui i fumi siano particolarmente intensi. I modelli di fascia alta, poi, possono anche offrire delle evolute funzionalità smart, legate alla connettività Wi-Fi. Una volta che la cappa da cucina è in rete, tramite un'app dedicata, potremo avviarla a distanza per effettuare un ricambio d'aria in cucina. E ancora, essere avvertiti in tempo reale qualora la cappa rilevi dei fumi mentre siamo fuori casa. Infine, avremo la possibilità di accendere la lampada da remoto per utilizzarla come luce guida.
Quanto conta la pulizia dei filtri?
Pulire o sostituire i filtri della cappa da cucina a intervalli regolari è un accorgimento indispensabile per farla funzionare al meglio. In aggiunta, una manutenzione corretta dell’elettrodomestico previene anche il pericolo d'incendio causato dall'accumulo di grasso nel filtro. Presente sia nelle cappe filtranti da cucina che in quelle aspiranti, il filtro antigrasso è una griglia di metallo o materiale sintetico con disegno a nido d'ape, in grado di catturare le particelle di grasso contenute nei fumi di cottura. Per lavorare sempre al meglio, tale filtro va pulito ogni due o tre mesi, lavandolo a mano con acqua calda e bicarbonato o anche in lavastoviglie. Le cappe da cucina filtranti sono anche provviste del filtro antiodore, un componente cilindrico collegato al motore che, sfruttando i benefici dei carboni attivi, toglie al vapore i cattivi odori. Successivamente, l'aria viene reimmessa nell'ambiente pulita e priva di sgradevoli aromi. Mentre il filtro antigrasso delle cappe per cucina è facilmente lavabile, quello antiodore va sostituito ogni sei mesi per garantire un perfetto ricambio d'aria in cucina.