Quando si parla di vini francesi, è lo Champagne a saltare subito alla mente. E quando si pensa allo Champagne, l’associazione con Krug è immediata. La maison di Reims, fondata nel lontano 1843, è fra le protagoniste indiscusse di un intero movimento vinicolo votato all’eccellenza. A piantare il seme del successo è Joseph Krug, tedesco di origine ma francese di adozione. Trasferitosi nella regione ad inizio ‘800, acquisisce in pochi anni le competenze necessarie per mettere a frutto il proprio brillante ingegno al servizio della viticoltura. Oggi, a distanza di quasi 170 anni e sei generazioni, è l’erede Olivier Krug a guidare la prestigiosa cantina con lo stesso spirito pionieristico. Coadiuvato dalla sapiente chef de cave Julie Cavil, punta a conseguire l’eccellenza ad ogni raccolto, attraverso la magistrale commistione di vini d’annata e riserve. Il processo produttivo Krug, infatti, può essere paragonato alla realizzazione di un puzzle. Nella storica cantina dell’azienda sostano oltre 400 vini, dal cui equilibrato assemblaggio dipende la buona riuscita del prodotto finale. Ripetuti assaggi ed attente riflessioni conducono alla creazione della cuvée, differente anno dopo anno. Chardonnay, Pinot Noir, Pinot Meunier: ecco i tre tradizionali vitigni alla base dello Champagne AOC Brut di Krug, forse il vino spumante più popolare della maison. Ad esso si affiancano altri strepitosi prodotti figli del territorio, come il blanc de blancs Clos Du Mesnil ed il blanc de noirs Clos D'ambonnay, rispettivamente a base di Chardonnay e Pinot Noir in purezza. E a proposito di territorio, il grosso dei vigneti Krug si concentra a sud della Montagna di Reims, nel comune di Le Mesnil-sur-Oger. In questa area ad altissima vocazione, il lavoro dell’uomo trae il meglio dalla vite che, a sua volta, beneficia di condizioni ambientali uniche. I suoli ricchi di argilla, calcare e marna imprimono ai vini la caratteristica mineralità che ne traccia il profilo gustativo. Mentre i freddi venti oceanici che soffiano da nord limitano il formarsi fra i grappoli di muffe ed umidità in eccesso. La costante ventilazione, inoltre, fa coppia con la posizione collinare dei vigneti nell’intensificare l’escursione termica fra giorno e notte, fenomeno che consolida negli acini aromi e sensazioni gustative. La spiccata acidità che è tipica di questi vini, infine, è sospinta dalla rigide temperature che rallentano il processo di maturazione delle uve. In uno scenario del genere, le viti prosperano racchiuse in vigneti piccoli e ben protetti, dal valore inestimabile. Una volta vendemmiate le uve e svolta un’attenta selezione delle stesse in cantina, prende abbrivio il processo di vinificazione, una fase delicatissima soggetta a innumerevoli variabili. Già abbiamo accennato alla composizione delle cuvée come di un lavoro complesso che necessita finezza e precisione per essere portato a compimento. Con simile spirito, ha luogo anche la presa di spuma in bottiglia, fulcro del metodo Champenoise. Di seguito, il lungo affinamento nelle crayeres può protrarsi anche per 15 anni, dando vita a vini incredibilmente profumati e strutturati. Remuage, sboccatura e dosaggio sono le ultime fasi di un ciclo produttivo di enorme laboriosità.