Google Pixel 7 è il miglior smartphone top di gamma compatto del mercato. Si contende il primato con lo ZenFone 9 di ASUS, avendo però il vantaggio rispetto a quest’ultimo di avere alle sue spalle l’azienda di Mountain View. Questo significa maggiore supporto software nel tempo, migliori algoritmi di elaborazione dell’immagine e un machine learning spinto attorno a cui ruota tutta l’esperienza utente. Dettagli che fanno davvero la differenza nell’uso di tutti i giorni.
Anche il prezzo, a questo giro, è decisamente a fuoco. Si parte da 649 euro con 128 Gigabyte di memoria, una versione già di per sé da consigliare a occhi chiusi. Google ha svolto un lavoro eccellente, tanto dal punto tecnico quanto rispetto al posizionamento di listino. Adesso però è necessario un ultimo step: supportare la gamma Pixel 7 a livello marketing, così che possa realmente competere rispetto ai diretti concorrenti.
Scocca in alluminio protetta dal vetro Gorilla Glass Victus, una fascia posteriore che ospita il modulo fotografico caratterizzata da una finitura satinata e un peso di poco inferiore ai 200 grammi. Il nuovo Pixel 7 è un piccolo capolavoro a livello costruttivo, l’apice di un percorso inaugurato da Google a partire dalla quinta generazione dei propri smartphone. Si tiene benissimo in mano, non è particolarmente scivoloso ma, soprattutto, risulta riconoscibile. Un aspetto, quest’ultimo, sempre più raro nel mondo smartphone.
Non manca la resistenza ad acqua e polvere secondo lo standard IP68, anche questo un plus non da poco. Complessivamente queste dimensioni compatte (considerando gli standard imperanti) sono rese possibile dallo schermo da 6,3 pollici. Un pannello AMOLED che supporta l’HDR10+ e tocca la risoluzione Full-HD+ (1.080 x 2.400 pixel) con refresh rate a 90 Hz. Ottima la resa cromatica così come gli angoli di visuale, mentre la luminosità si ferma ai 1.400 nits (un dato più basso rispetto agli altri top di gamma). Ciò significa che la luce diretta del sole può creare qualche fastidio in termini di luminosità.
C’è la modalità Always-On, comodissima nell’uso quotidiano per visualizzare al volo la presenza di notifiche o telefonate perse. Abbiamo inoltre apprezzato la scelta di Google di optare per un display piatto, senza bordi curvi, aspetto che aiuta molto la presa e migliora sensibilmente l’interazione con il pannello. La speranza è che questa tendenza al contrario possa in qualche modo intercettare la progettazione anche degli altri brand.
Discorso a parte meritano le prestazioni. C’era grande attesa rispetto a questo ambito, soprattutto per la presenza nel Pixel 7 del nuovo Tensor G2. Un processore sviluppato dalla stessa Google e chiamato a compiere un salto di qualità importante rispetto a quanto visto con il Tensor G1 lo scorso anno. Un salto che è stato compiuto, con una premessa importante però: appena acquistate lo smartphone, effettuate l’aggiornamento alla più recente versione disponibile del software. Questo perché Big G ha migliorato notevolmente l’ottimizzazione del chip con i successivi update.
Pixel 7 è oggi una scheggia nell’eseguire qualsiasi operazione, nonostante non abbia a disposizione un quantitativo estremo di memoria RAM (8 Gigabyte). Perfetta la dissipazione del calore, anche durante le sessioni di gaming e, complessivamente, un’esperienza utente da vero primo della classe. Complice ovviamente anche la parte software, con Android 13 in versione stock che è un vero piacere da utilizzare tutti i giorni. Troverete un’integrazione perfetta, quasi maniacale, con tutti i servizi Google, da Gmail a YouTube, passando per Drive, Maps, Documenti, Fogli di calcolo.
Ottima la connettività: 5G, Wi-Fi 6E, Bluetooth 5.2 e chip NFC. Non manca l’uscita USB-C 3.2, mentre è assente il jack audio da 3,5 millimetri. L’audio è stereo e di buona qualità, con un volume assolutamente nella media. Buona l’autonomia, un giusto compromesso tra durata e dimensioni. Si riesce a chiudere la giornata lavorativa in maniera tranquilla grazie alla batteria da 4.355 mAh. Nel caso ci fosse bisogno di una carica aggiuntiva, c’è la ricarica rapida a 30 Watt e quella rapida wireless a 20 Watt. Occhio però, l’alimentatore non è incluso in confezione.
Scattare una fotografia con uno smartphone Pixel è un’esperienza letteralmente sorprendente. Al di là della componentistica hardware, infatti, a fare la differenza è il machine learning proprietario di Google, che pilota gli algoritmi di elaborazione dell’immagine. Ecco dunque che il sensore principale da 50 Megapixel riesce a tirar fuori scatti incredibili, sia in diurna che in notturna. Pazzeschi i risultati in condizioni di buio completo, con il dispositivo che di fatto tira fuori luce da qualsiasi elemento possibile.
La secondaria da 12 Megapixel è una grandangolare, non è dotata di messa a fuoco per la macro ma è ugualmente convincente in qualsiasi condizione. L’assenza di una fotocamera zoom per ritrarre soggetti in lontananza si fa sentire, ma fino a 2/3x il crop (il ritaglio) dal sensore principale fa egregiamente il suo lavoro, riuscendo a compensare.
Complessivamente le foto sono eccezionali, da vero top di gamma. Discorso analogo per i selfie, realizzati con la fotocamera anteriore da 10,2 Megapixel e paragonabili, anche nella modalità ritratto, a quelli degli iPhone. Discorso analogo per i video (registrati fino alla risoluzione 4K a 60 fps), punto di riferimento per l’intero panorama Android. A lasciare a bocca aperta è la stabilizzazione elettronica, che da l’impressione quasi di avere a disposizione un vero e proprio gimbal. Chapeau.
Siamo di fronte a un best-buy, senza se e senza ma. Google Pixel 7 è uno smartphone da consigliare a chiunque a occhi chiusi, a prescindere dall’utilizzo che ne si farebbe. Google ha realizzato un piccolo capolavoro tecnico, dimostrando ancora una volta la supremazia del software sulla parte hardware. La versione più equilibrata da acquistare rimane quella da 128 Gigabyte di memoria, inutile puntare ai 256 Gigabyte (il prezzo sale a 749 euro).
La palla passa adesso al mercato, con una certezza però: il progetto Pixel è stato finalmente incanalato sui binari corretti.
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