Nelle scorse ore OpenAI ha annunciato che ChatGPT Search è disponibile per tutti. Questa novità, inizialmente riservata agli abbonati del piano ChatGPT Plus, è ora disponibile anche per chi utilizza la versione gratuita del servizio sia tramite browser Web che mediante l’app di ChatGPT per smartphone Android e iPhone. Questo rappresenta una novità importante (e molto probabilmente impattante) nel campo delle ricerche Web, con il monopolio di Google che a questo punto potrebbe sgretolarsi pian piano per lasciare spazio a nuovi player, in primis lo stesso motore di ricerca di OpenAI.
Tramite l’uso di questa nuova funzionalità, infatti, sarà possibile ottenere risposte dettagliate e aggiornate, arricchite da contenuti multimediali eventualmente disponibili. La modalità di interazione rimane simile a quella che già conoscete, ma con un’importante differenza: ora il sistema raccoglie dati in tempo reale, offrendovi informazioni su eventi attuali, mercati finanziari o notizie dell’ultima ora. Basta accedere a ChatGPT, cliccare sul simbolo del planisfero presente nel campo di testo usato per inviare i prompt al chatbot e attendere che compaia la risposta corredata dalle fonti consultate dal chatbot basato sull’AI dell’azienda diretta da Sam Altman.
Se questo basterà a scalfire Google, il motore di ricerca più famoso e usato del pianeta, è comunque ancora presto per dirlo. Questo perché le risposte riassunte da ChatGPT a volte contengono delle imprecisioni, frutto delle cosiddette “allucinazioni” di cui gli algoritmi basati sull’AI soffrono, sia perché la stessa Google non resterà alla finestra a guardare la sua dipartita, ma cercherà di contrastare aziende emergenti, come OpenAI, rilasciando funzionalità simili per quanto riguarda le ricerche Web (vedi la funzione AI Overview annunciata durante l’ultimo Google I/O 2024).
Per non parlare, poi, dei problemi etici annessi e connessi all’uso delle intelligenze artificiali generative nel settore delle ricerche Web, che potrebbero far precipitare le visite organiche registrate dagli stessi, con un annesso calo di ricavi pubblicitari potenzialmente impattante sull’intero settore.
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