Recensione Beats Studio3 Wireless: come si comportano le cuffie wireless con ANC?

Beats Studio3 Wireless sono cuffie senza filo con cancellazione attiva del rumore (ANC) e una grande autonomia. Scopriamole nella nostra recensione.
Di Lucia Massaro 4 Luglio 2021
6 minuti di lettura
Beats Studio3 Wireless

Il mercato delle cuffie wireless è dominato da modelli come le Bose Noise Cancelling 700, le Sony WH-1000XM4 o le Sennheiser Momentum 3 Wireless. Sono cuffie che vogliono offrire un’esperienza d’ascolto di alto livello anche in modalità senza fili. In questo contesto, si inserisce Beats (marchio detenuto da Apple) con le Beats Studio3 Wireless. Il modello oggetto della nostra recensione è arrivato sul mercato ormai da un po’ di tempo, ma ha ancora tanto da dire.

Arrivate con un prezzo di listino di 349,95 euro, ora possono essere acquistate a una cifra più bassa, dato che le rende attraenti per chi cerca un compromesso tra prezzo e qualità audio e per chi ama particolarmente i suoni con basse frequenze.

Come sono fatte?

Il packaging e l’attenzione ai dettagli mostrano immediatamente la mano di Apple. La custodia di trasporto delle Beats Studio3 Wireless è di forma ovale e presenta una finitura opaca che rende poco visibile sporco e ditate che nel tempo possono accumularsi. Non è particolarmente compatta ma può trovare spazio in borse, zaini e valigie.

Beats Studio3 Wireless

Beats Studio3 Wireless

Al suo interno sono conservate le cuffie (nel nostro caso nella colorazione bianca), che sono richiudibili (per cui trasportabili anche senza la custodia) e abbastanza leggere (260 grammi). Il materiale utilizzato è soprattutto plastica che – per quanto non restituisca una sensazione premium – le rende più leggere e resistenti, un aspetto molto importante quando parliamo di cuffie che possono essere indossate per tempi prolungati. Molto carino il dettaglio dorato che nasconde la cerniera attraverso la quale possiamo regolare l’archetto.

L’archetto è ricoperto all’interno da pelle morbida, un’arma a doppio taglio. Da una parte, è facilmente lavabile (un vantaggio in caso di colorazioni chiare); dall’altra, può generare maggiore calore soprattutto durante le giornate particolarmente calde.

In generale, l’ergonomia è buona. Sono comode da indossare anche grazie alla morbida imbottitura dei padiglioni. Non sono una grande amante delle cuffie over-ear ma durante il test non ho mai provato alcun fastidio, nemmeno dopo sessioni di ascolto prolungate. Le cuffie restano ben salde senza esercitare una pressione eccessiva.

Beats Studio3 Wireless

Beats Studio3 Wireless – i padiglioni

Il padiglione destro integra il pulsante di accensione (che serve anche per attivare/disattivare la funzione di cancellazione attiva del rumore), i LED che indicano lo stato della batteria e la porta micro-USB per la ricarica (una scelta anacronistica).

È dal padiglione sinistro che possiamo gestire la riproduzione musicale, le chiamate, il volume e richiamare l’assistente vocale attraverso i pulsanti che, seppur invisibili, non sono touch: bisogna effettuare dei click reali. Qui troviamo anche il LED che indica lo stato dell’ANC e l’ingresso per il jack audio da 3,5 mm per collegare le cuffie via cavo (incluso in confezione).

Come funzionano le Beats Studio3 Wireless?

Beats Studio3 Wireless sono compatibili sia con i dispositivi iOS come iPhone e iPad, sia con i dispositivi Android. Integrando il chip Apple W1 – lo stesso dei primi AirPods – è chiaro che l’accoppiamento sarà più rapido con i prodotti Apple.

Beats Studio3 Wireless

Come connettere Studio3 Wireless a un iPhone o iPad

Basterà accendere le cuffie, assicurarsi di avere il Bluetooth attivo sull’iPhone o iPad e il gioco è fatto. Tenendo le Beats Studio3 Wireless vicino al vostro smartphone o tablet Apple, comparirà una notifica pop-up che chiederà di connettersi.

Uno dei vantaggi è la possibilità di ascoltare contemporaneamente in modalità wireless lo stesso contenuto sulle Beats Studio3 Wireless e su altri auricolari/cuffie Beats o sugli AirPods.

Come connettere Studio3 Wireless a uno smartphone o tablet Android

In questo caso, c’è qualche passaggio in più che riguarda l’installazione dell’app Beats. Una volta scaricata l’app dal Play Store ed aver attivato il Bluetooth dello smartphone/tablet, basterà selezionare il prodotto dalla lista disponibile e accendere le cuffie. Anche qui, comparirà una notifica per procedere con la connessione. Questo passaggio è necessario solo per il primo abbinamento, dopodiché sarà automatico.

L’esperienza d’ascolto è complessivamente positiva. Come da tradizione per i prodotti Beats, i bassi sono molto pronunciati creando – in alcuni contesti – dei suoni sbilanciati. Molto dipende dai gusti personali e dalle tracce musicali che si ascoltano. Sono ottime, dunque, se si ascoltano brani molto ritmati ma saranno meno apprezzate dagli ascoltatori audiofili. Nei film, ad esempio, può capitare che le voci risultino più basse rispetto ai rumori di sottofondo.

Beats Studio3 Wireless

In fondo, è un prodotto pensato per l’intrattenimento che vuole intercettare un pubblico che desidera delle buone cuffie per svago. Il lag (il tempo che intercorre tra il suono sullo schermo e la riproduzione in cuffia) è impercettibile se si guarda un film, ma se le utilizzate per un uso professionale (pensiamo al montaggio video) il consiglio è di utilizzare il cavo per una perfetta sincronia del suono.

Il volume che riescono a riprodurre è molto alto, anche se non eccessivo. Se portiamo il volume oltre il 75%, però, chi ci sta accanto riuscirà a sentire ciò che stiamo ascoltando. Per la nostra salute acustica si consiglia di non superare mai un certo livello.

La qualità audio è la stessa sui dispositivi iOS, Android e Smart TV. Le abbiamo testate con un OPPO Find X3 Lite, un Mi 11 Lite 5G, un iPad Pro 9.7 e una TV Samsung QLED Q95T.

La funzione di cancellazione attiva del rumore (ANC) funziona molto bene. Attivandola vi potrete isolare completamente dal mondo esterno. Essendo cuffie over-ear, il padiglione riesce già da solo ad apportare un isolamento soddisfacente per cui l’ANC non sempre è necessario. Può essere attivato/disattivato semplicemente cliccando due volte sul pulsante di accensione e ci sarà il LED ad indicarci se è attivo o meno.

Beats Studio3 Wireless

Beats Studio3 Wireless supportano sia l’assistente virtuale Siri che Google Assistant che si attiveranno ovviamente sul dispositivo a cui sono collegate. Peccato che – a differenza delle Beats Solo Pro – non esiste una funzione che permette l’accensione/spegnimento automatico quando si aprono o si chiudono per riporle nella custodia.

Ottima l’autonomia che può toccare le 22 ore con ANC attivo e 40 ore con ANC disattivato. Numeri che si concretizzano nell’uso quotidiano. Inoltre, c’è la ricarica rapida (Fast Fuel) che assicura altre 3 ore di ascolto in soli 10 minuti. È certamente uno dei punti di forza delle Beats Studio3 Wireless che vi permetteranno così di godervi in tranquillità anche dei lunghi viaggi.

Conclusioni

Pro:

Contro:

Le Beats Studio3 Wireless sono cuffie che possono essere acquistate da chi desidera un prodotto ben fatto, abbastanza ergonomico e con un’autonomia elevata. Offrono una qualità del suono tutto sommato buona, anche se i bassi sono enfatizzati. Hanno un’ottima cancellazione attiva del rumore e tante colorazioni che possono incontrare i diversi gusti degli utenti: dai classici nero e bianco alle più stravaganti Skyline Collection (nero o grigio notte con dettagli oro e archetto interno color cuoio oppure beige).

Il prezzo di listino di 349,95 è sicuramente importante, per cui occorre fare prima una corretta valutazione delle proprie esigenze. Per fortuna, la cifra è calata anche al di sotto della soglia dei 200 euro con il passare del tempo.

Come alternativa, proponiamo le Bose Noise Cancelling 700, le Sony WH-1000XM4 o le Sennheiser Momentum 3 Wireless che sono tra le migliori cuffie wireless presenti sul mercato.

Pubblicato il 4 Luglio 2021
Lucia Massaro
Lucia Massaro

Classe 1990, formazione umanistica, laureata in Traduzione Specialistica e una passione nascosta per la tecnologia. Sono la prova lampante che nella vita ognuno è l’artefice del proprio destino. Ho iniziato a giocare con il primo computer quando avevo appena imparato a leggere. Man mano abbandonavo la pesante enciclopedia cartacea per passare a Encarta, la più famosa enciclopedia multimediale prodotta da...Leggi tutto

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